La memoria ritrovata: al Vittoriano la mostra sugli Esuli Dalmati, Istriani e Fiumani
📽️ Un racconto multimediale tra immagini e testimonianze
L’esposizione, curata dall’Architetto Massimiliano Tita e ospitata nelle Sale del Grottone, propone un percorso immersivo fatto di fotografie, documenti e voci che rievocano il dramma delle foibe e l’esodo di oltre 300 mila italiani costretti ad abbandonare le loro terre per difendere la propria identità. A ottant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, il Vittoriano — diretto dalla Dott.ssa Edith Gabrielli, membro del comitato scientifico della mostra — diventa luogo di riflessione e riconoscimento.
🏛️ Il Vittoriano custode della memoria nazionale
“Dopo decenni di silenzio e oblio, ci assumiamo un impegno morale: raccontare la verità della storia, perché il dolore è più forte di ogni strumentalizzazione,” ha dichiarato il Ministro Giuli, sottolineando la volontà di portare a termine il progetto avviato dal suo predecessore Gennaro Sangiuliano, che aveva annunciato la nascita del Museo della Memoria e del Ricordo. A cento anni dalla collocazione della statua della Dea Roma — identificata come Dea Italia — il Vittoriano si conferma come altare della patria e sacrario nazionale, simbolo della memoria collettiva. “Questa mostra è il racconto civile di un trauma che ha segnato il destino di migliaia di italiani,” ha affermato Edith Gabrielli. “Ora, finalmente, queste storie entrano nella Storia con la S maiuscola.”
👤 Testimonianze che parlano al cuore
Tra le voci più toccanti, quella di Italia Giacca, esule istriana e consigliera dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia, che ha ricordato il suo esilio da bambina: “Io non avevo neppure la valigia.” Un’immagine potente, simbolo di dignità e resilienza. Il Ministro Giuli ha voluto rendere omaggio alla sua forza espressiva, dichiarando: “Ogni ministro della cultura degno di questo nome è idealmente il primo esule della patria.” Questa mostra non è solo un evento culturale, ma un atto di giustizia storica. Un invito a conoscere, a ricordare e a costruire una memoria condivisa che parli alle generazioni di oggi e di domani.
Fonte: MIC

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