Tesori sommersi: due dolia romani riaffiorano nel Golfo di Gaeta

⚓ Un nuovo ritrovamento archeologico nelle acque del Golfo di Gaeta arricchisce il patrimonio storico della città e riaccende i riflettori sulla sua antica vocazione commerciale. Il motopeschereccio Attila II ha riportato in superficie due dolia di epoca romana: imponenti contenitori in terracotta utilizzati per conservare e trasportare derrate alimentari come vino, olio e cereali. 

🏺 Un ritorno al passato 

Il ritrovamento richiama alla memoria un episodio analogo avvenuto nel 2017, quando la stessa imbarcazione aveva recuperato due dolia risalenti al I–II secolo d.C. Secondo gli esperti, anche questa volta le reti del peschereccio potrebbero aver intercettato i resti di un’antica nave oneraria, una di quelle imbarcazioni che solcavano il Mediterraneo cariche di merci, seguendo rotte millenarie già tracciate dai fenici.

👥 Un recupero condiviso 

Le operazioni di recupero sono state coordinate dalla Guardia Costiera e dal Comune di Gaeta, con il supporto della Soprintendenza Archeologica, della Polizia Locale, della Protezione Civile e di unità navali civili e militari. Presente anche il sindaco Cristian Leccese, che ha assistito personalmente alla messa in sicurezza dei reperti, temporaneamente collocati nel piazzale dell’asta del pesce. Numerosi cittadini hanno seguito le fasi del recupero, radunandosi al molo della Peschiera o collegandosi in streaming per assistere all’arrivo dei reperti. 

📦 Cos’è un dolium

Il dolium è uno dei più grandi contenitori in terracotta dell’antichità romana. Alto fino a 1,5 metri, poteva contenere tra i 1.000 e i 2.000 litri di prodotto. Nonostante la sua capacità, era poco utilizzato nel trasporto marittimo a causa dell’ingombro e della difficoltà di stivaggio, a differenza delle più pratiche anfore, che potevano essere impilate facilmente nelle stive delle navi. 

🏛️ Il futuro dei reperti 

La Soprintendenza Archeologica è ora chiamata a decidere la destinazione dei due dolia. Il sindaco ha espresso il desiderio che, come quelli ritrovati nel 2017 e oggi esposti al Museo del Mare, anche questi possano diventare patrimonio visibile della comunità. Un dettaglio toccante accompagna la scoperta: il primo ritrovamento fu opera del Comandante Giacomo Spinosa, recentemente scomparso. Oggi, a riportare in superficie i nuovi reperti è stato suo figlio Gianluca, attuale timoniere dell’Attila II. Un passaggio di testimone che aggiunge un valore simbolico a questa nuova pagina di storia. 🌊 Gaeta continua a raccontare il suo passato, custodito tra le onde e riemerso grazie alla passione di chi conosce il mare come pochi. 

Fonte: Gambero Rosso



Commenti

Post più popolari