La 20 Lire torna a brillare: un tributo in oro alla tradizione italiana

Un tuffo nella memoria, un omaggio alla bellezza della nostra storia economica e culturale: la leggendaria moneta da 20 Lire è nella Collezione Numismatica 2025 con una raffinata riedizione in oro. Simbolo di virtù e radici italiane, questa moneta ha segnato un’epoca sin dal suo debutto nel 1957, e oggi torna a incantare collezionisti e appassionati. Come nell’originale, la nuova versione celebra l’Italia attraverso due potenti allegorie: il profilo femminile coronato di spighe di grano, emblema della fertilità e del lavoro, e il ramo di quercia che richiama forza e stabilità. Elementi che parlano della nostra identità, impressi con maestria su una moneta che è molto più di un oggetto da collezione. 

La moneta 

💫 Coniata in oro puro 999,9‰ e rifinita con la tecnica Reverse Proof, la moneta è disponibile in due versioni — da 20 e 50 euro — ed è stata realizzata dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato su incarico del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il disegno è firmato dall’artista-incisore Valerio De Seta, che ha reinterpretato fedelmente il modello originale del maestro Pietro Giampaoli, aggiungendo il valore nominale accanto al ramo di quercia, là dove un tempo veniva inciso l’anno. 

🔍 Dettagli tecnici: 

Dritto: il volto femminile coronato da spighe di grano, circondato dalla scritta REPUBBLICA ITALIANA. In basso, la firma *“V. DE SETA”*. Il bordo è decorato con un elegante pallinato. - Rovescio: Moneta da 20 euro con al centro, il ramo di quercia con il vecchio valore “L20” a sinistra e il nuovo “20 EURO” a destra. In basso, la lettera “R” della Zecca di Roma e l’anno “2025”. Bordo pallinato. 

Rovescio: moneta da 50 euro con stesso disegno centrale con il ramo di quercia, “L20” a sinistra e “50 EURO” a destra. Anche qui, “R” e “2025” in basso, con bordo pallinato.  La riedizione non è solo un oggetto prezioso, ma un ponte tra passato e presente, tra arte e memoria. Un piccolo capolavoro che racconta l’Italia, con eleganza e orgoglio. 

Fonte: IPZS

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