Dentro le uova dei dinosauri: la scienza italiana svela segreti antichi milioni di anni

Fossili straordinari, provenienti dalla Cina e risalenti al Cretacico Superiore (70–85 milioni di anni fa), sono stati recentemente oggetto di uno studio scientifico condotto da un team tutto italiano. L’indagine, coordinata da Andrea Barucci dell’Istituto di Fisica Applicata “Nello Carrara” del CNR (Cnr-Ifac), rientra in un ampio programma di ricerca dedicato all’applicazione di tecnologie avanzate alla paleontologia e alla valorizzazione dei beni culturali. 

L’uovo come archivio del tempo 

Grazie a tecniche di micro-tomografia computerizzata, tomografia medica e spettroscopie ottiche, i ricercatori hanno indagato le microstrutture interne e le superfici di due esemplari di uova appartenenti, con buona probabilità, a un Oviraptoroide e a un Terizinosauro o Adrosauro. Le uova, in ottimo stato di conservazione e oggi parte delle collezioni didattiche del progetto Theia, sono state utilizzate in attività educative nelle scuole italiane. 

Tecnologia e ricerca per svelare il passato 

Le analisi hanno rivelato dettagli sorprendenti: gusci collassati, fratture, residui cristallizzati del contenuto originale e tracce di infiltrazioni antiche. I modelli tridimensionali ricostruiti al CNR hanno permesso di esplorare le uova in profondità, mentre le tomografie cliniche, effettuate grazie alla collaborazione con il reparto di Radiologia della AUSL Toscana Centro, hanno evidenziato particolari nascosti dalla roccia sedimentaria.

Un team multidisciplinare in azione 

Lo studio ha coinvolto anche il Museo GAMPS di Scandicci, con i ricercatori Simone Casati e Andrea Di Cencio, e un team CNR formato da Juri Agresti, Salvatore Siano e Daniele Ciofinisi, quest’ultimo responsabile delle analisi spettroscopiche. Fondamentale il contributo dei tecnici radiologi Valentina Parrini, Riccardo Bani e Sarah Pauletta, sotto la guida del radiologo Roberto Carpi

Innovazione continua: la paleontologia guarda al futuro 

Il progetto si inserisce nel filone di ricerche guidato da Barucci, che mira ad applicare intelligenza artificiale e imaging avanzato allo studio di resti fossili, tra cui denti di squali del Pliocene e cetacei preistorici provenienti dalle Crete Senesi. “Non ci aspettavamo di trovare embrioni”, osserva Barucci, “ma il vero obiettivo era testare quanto le nuove tecnologie potessero restituirci una narrazione più completa. E i risultati ottenuti dimostrano che siamo solo all’inizio di ciò che possiamo scoprire.”

Fonte: CNR

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