Parco archeologico di Ostia, annunciati i ritrovamenti di un mikveh

Presentate le scoperte del bagno rituale ebraico (mikveh) rinvenuto negli scavi effettuati nel Parco archeologico di Ostia Antica tra giugno e agosto 2024. La campagna di scavo, parte del progetto OPS - Ostia Post Scriptum, è stata finanziata dal Ministero della Cultura tramite la Direzione generale Musei, con uno stanziamento specifico di 124.190,41 euro destinati alle ricerche archeologiche del 2024. “La scoperta – ha dichiarato il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli – rafforza l’identità storica di questo luogo come crocevia di culture e culla di tolleranza. Questo mikveh è un unicum nell’area mediterranea di epoca romana, al di fuori della Terra di Israele, e testimonia la profondità delle radici ebraiche nel cuore della romanità. Proprio a Ostia, Roma accoglieva e integrava i culti delle altre civiltà mediterranee, proiettandosi nel Mare Nostrum dopo aver consolidato il suo potere in Italia. Il mosaico di etnie e influenze, insieme alle due religioni monoteiste del tempo, dimostra quanto Roma fosse ecumenica e universale. Siamo orgogliosi che questa scoperta sia il risultato del rilancio delle attività di scavo promosse dal Parco archeologico di Ostia Antica, finanziato dal MiC. Questo progetto non solo ha riattivato la ricerca, ma ha anche ampliato e migliorato l’accessibilità delle aree visitabili dal pubblico.”

Ostia, un Parco archeologico da valorizzare

Il progetto OPS - Ostia Post Scriptum, avviato nel 2022, nasce dalla collaborazione tra il Parco archeologico di Ostia Antica (sotto la direzione del Dott. Alessandro D’Alessio e della Dott.ssa Claudia Tempesta), l’Università degli Studi di Catania (Prof. Luigi Caliò) e il Politecnico di Bari (Prof. Antonello Fino). L’obiettivo del progetto è quello di condurre ricerche in due aree strategiche della città di Ostia, la prima colonia romana e un centro urbano di enorme importanza nell’antichità, al fine di comprenderne meglio lo sviluppo storico. Questo rappresenta un ritorno agli scavi archeologici diretti del Parco, dopo diversi decenni di interruzione, da cui il nome del progetto OPS (Ostia Post Scriptum). Gli obiettivi principali includono: promuovere la ricerca direttamente curata dal Parco per arricchire le conoscenze su Ostia, migliorare la fruizione del sito attraverso il ripristino della continuità del percorso di visita, condividere i risultati con il pubblico tramite azioni di public archaeology e rafforzare le collaborazioni scientifiche con altri enti di ricerca. Le indagini si sono concentrate soprattutto sull’area denominata “Area A”, situata in una posizione centrale della città sia dal punto di vista urbanistico che architettonico. L’area si trova nei pressi dell’antico corso del Tevere, delimitata a ovest dai Grandi Horrea, a sud dal santuario repubblicano dei Quattro Tempietti, dal Mitreo delle Sette Sfere e dalla Domus di Apuleio, e a est dal Piazzale delle Corporazioni. 

Scoperte archeologiche sorprendenti a Ostia Antica

Un piccolo ambiente semi-ipogeo rettangolare, chiuso da un’abside semicircolare, ha rivelato affascinanti dettagli della sua struttura e funzione. Con accesso dal lato occidentale con una soglia in marmo rialzata, l’ambiente è caratterizzato da una scala con tre gradini visibilmente usurati, fiancheggiata da spallette in muratura rivestite con intonaco idraulico. 

Particolarità architettoniche

Un pavimento in mattoni bipedali, posizionato circa 1 m sotto la soglia. Incassi lungo le pareti, probabilmente destinati a sostenere una transenna lignea. Foro passante nella muratura per l’adduzione dell’acqua. Un pozzo circolare, realizzato in cementizio con ghiera in mattoni, si trova all’estremità orientale del pavimento. A una profondità di 1,10 m, si restringe, suggerendo la presenza di una grata o pavimentazione rimovibile.

Decorazioni e rinvenimenti

Le pareti in opera listata racchiudono una nicchia decorata con intonaco azzurro e conchiglie, affiancata da colonnine in stucco su mensole in laterizio. Durante gli scavi, sono stati recuperati frammenti di intonaco e lucerne e parti marmoree di epigrafi e statue. Una lucerna con decorazioni di una menorah e un lulav, databile tra il V e il VI secolo d.C., e un bicchiere in vetro pressoché integro. 
Fonte: MIC

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