Fumo, smettere costa più delle sigarette


Negli ultimi mesi, i prezzi di sigarette, tabacco e sigari sono aumentati a seguito delle disposizioni introdotte dalla Legge di Bilancio 2023 e successivamente riviste con la Manovra 2024. In particolare, l’accisa fissa sulle sigarette è salita a 29,50 euro ogni mille unità a partire dal 2025. Tuttavia, storicamente, simili aumenti incidono in modo limitato sulla decisione dei fumatori di smettere: per OMS, il 24% degli italiani fuma, con una percentuale impressionante tra i giovani, dove il 30,2% utilizza almeno un prodotto tra sigarette tradizionali, tabacco riscaldato o sigarette elettroniche. 

Report spesa sigarette

Considerando la portata del fenomeno, Federconsumatori e Fondazione ISSCON hanno pubblicato il 1° Report sulla spesa per sigarette e dispositivi medici antifumo in Italia nel 2025, offrendo un’analisi dettagliata sui costi sostenuti dai fumatori e sugli strumenti antifumo. Lo studio mette in luce l’impatto economico e sanitario del fumo e propone soluzioni per aiutare i cittadini a smettere e tutelare la loro salute. Osservatorio Nazionale Federconsumatori, in collaborazione con ISSCON, stima che un fumatore che consuma un pacchetto di sigarette al giorno spenda circa 2.080,00 euro all’anno. Anche i prodotti alternativi presentano costi considerevoli: il tabacco riscaldato comporta una spesa annua di 2.077,00 euro, mentre le sigarette elettroniche variano dai 710,00 agli 837,00 euro. 

Quanto costa smettere di fumare?

Smettere di fumare è indubbiamente una scelta corretta, ma non priva di costi. Il report evidenzia che i principali strumenti antifumo, come pastiglie (303,50 euro a ciclo) o spray (580,00 euro), possono risultare onerosi. Il supporto psicologico, fortemente raccomandato, comporta una spesa annua media di 1.600 euro per due sedute mensili. Gli elevati costi rischiano di compromettere l’efficacia dei percorsi per smettere di fumare. Per questo, Federconsumatori APS e Fondazione ISSCON sottolineano l’urgenza di implementare politiche di prevenzione strutturate e incrementare gli investimenti nei centri antifumo gratuiti, attualmente carenti, specialmente nelle regioni meridionali. Propongono inoltre di destinare parte delle entrate fiscali derivanti da accisa e IVA sui prodotti da tabacco a: campagne di sensibilizzazione sui danni del fumo, percorsi di supporto psicologico, programmi educativi nelle scuole per prevenire la dipendenza da tabacco. Secondo AIOM, il fumo causa oltre 93.000 decessi all’anno in Italia, con un impatto economico di 26 miliardi di euro. Promuovendo campagne e iniziative di sostegno, si potrebbe ridurre del 24% il consumo di sigarette e tabacco, con un risparmio stimato di 6,24 miliardi di euro per il Servizio Sanitario Nazionale.

Fonte: Federconsumatori

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