Biochar, scarti della potatura della vite per terreni più fertili


ENEA ha sviluppato un processo per produrre biochar dagli scarti di potatura della vite, nell’ambito del progetto internazionale REVINE. Il progetto, finanziato con circa 1,5 milioni di euro, coinvolge quindici partner dell’area mediterranea, tra cui CREA in Italia. Attraverso la degradazione termica delle biomasse e insieme ai gas di sintesi utilizzati a scopi energetici, i ricercatori hanno ottenuto il biochar, un prodotto carbonioso che migliora la fertilità del terreno. Questo rappresenta una pratica agronomica sostenibile per la salute del suolo e la produttività delle piante. 

Biochar

Il biochar è prodotto negli impianti del Centro Ricerche ENEA di Trisaia (Matera), sia in scala di laboratorio che pilota, e successivamente impiegato in viticoltura in condizioni controllate e in pieno campo. Gli effetti del biochar sui microrganismi del suolo sono stati oggetto di studio da parte dei ricercatori. Il progetto che si concluderà quest’anno, aumenta la resilienza dei vigneti attraverso sistemi agricoli rigenerativi che preservano la biodiversità e la fertilità del suolo, riducendo il consumo di acqua e l’uso di fertilizzanti chimici e pesticidi. I risultati scientifici del progetto potranno essere applicati nelle pratiche di coltivazione e gestione delle aziende produttrici di uve da tavola e vitivinicole che partecipano al progetto. “I risultati ottenuti finora hanno dimostrato che il biochar influisce positivamente sul benessere delle piante e sulla resistenza agli stress, migliorandone la produttività. Le analisi sul microbioma del suolo e sulle piante hanno fornito importanti informazioni per comprendere meglio i meccanismi d’azione del biochar e la sua efficacia. Inoltre, l’analisi del ciclo di vita ha evidenziato come la produzione e lo stoccaggio del biochar nel terreno siano pratiche efficaci per migliorare il bilancio carbonico”, spiega Fiammetta Alagna, responsabile del progetto REVINE per ENEA e ricercatrice del Dipartimento Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili. 

Vigneti più resilienti

La viticoltura è un’attività agricola estremamente sensibile alle malattie e alle avversità climatiche, il che comporta un elevato numero di trattamenti con pesticidi e fertilizzanti per mantenere elevati standard di qualità e produttività. Queste pratiche hanno un impatto significativo sull’ambiente e sulla salute. Il cambiamento climatico contribuisce a peggiorare queste problematiche. Migliorare la sostenibilità in agricoltura è quindi una necessità. Il biochar può essere uno strumento valido per migliorare la resilienza dei vigneti e contribuire a mitigare il riscaldamento globale attraverso il sequestro di carbonio nel suolo. ENEA ha una solida esperienza nel trattamento termico delle biomasse per la produzione di energia a basso impatto ambientale e negli studi genomici. Grazie a REVINE, abbiamo rafforzato la collaborazione con partner internazionali, attivando scambi di ricercatori e studenti. Le conoscenze acquisite durante il progetto potranno essere utilizzate per sviluppare biochar di nuova generazione, rispondendo in modo calibrato alla diversa natura dei suoli e delle piante coltivate”, conclude Alagna.

Fonte: ENEA

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