Pollini, creato sistema per individuare stagione di inizio delle allergie
ENEA ha sviluppato un sistema modellistico ad alta risoluzione in grado di determinare con precisione l’inizio della stagione dei pollini e monitorarne la diffusione in tempo reale, soprattutto per graminacee, olivo, betulla, ambrosia e ontano, principali responsabili delle allergie stagionali. Lo studio è condotto nell’ambito del progetto MEETOUT in collaborazione con l’Università di Verona, Arianet, ATS Milano e ARPA Veneto. I risultati, pubblicati su Agricultural and Forest Meteorology, aprono nuove prospettive alla prevenzione e gestione delle malattie respiratorie legate all’esposizione ai pollini. “Abbiamo testato con successo il nostro sistema in Veneto, simulando i processi di dispersione, diffusione a lungo raggio e deposizione del polline con una risoluzione spaziale di 3 km, calcolandone le concentrazioni orarie per l’anno 2019. È possibile grazie a mappature dettagliate di copertura vegetale, algoritmi di rilascio stagionale del polline e previsioni meteorologiche,” spiega Antonio Piersanti, responsabile del Laboratorio ENEA Modelli e Misure per la Qualità dell’Aria e Osservazioni Climatiche. Piersanti sottolinea che il nuovo sistema di previsione dei pollini, già integrato nel modello di monitoraggio della qualità dell’aria (FARM), è utilizzato per previsioni quotidiane su tutta Europa e dimostra ora di poter essere applicato anche a livello nazionale e regionale in Italia, con maggiore dettaglio.
Pollini e allergie
Lo studio ha confrontato due tipi di mappe della vegetazione: una a bassa risoluzione (10 km con dati Copernicus) e una più dettagliata (tra 250 metri e 1 km, con dati sperimentali raccolti per lo studio). “L’integrazione di dati dettagliati della vegetazione nel nostro modello ha migliorato significativamente le previsioni dei pollini di ontano, betulla, olivo e ambrosia, soprattutto in aree complesse come le montagne. Questo approccio ha permesso di individuare l’inizio della stagione dei pollini con maggiore precisione rispetto ai metodi precedenti,” aggiunge Piersanti. Le allergie da polline colpiscono circa il 20% della popolazione mondiale e sono influenzate da fattori climatici, geografici e vegetativi. Cambiamenti in temperatura, precipitazioni e concentrazioni di CO2 potrebbero aumentare la quantità di polline e prolungare le stagioni allergiche. Inoltre, fenomeni come la scarsità d’acqua e la siccità spingono le specie vegetali verso latitudini più elevate, mentre il commercio globale introduce nuove specie che modificano l’ambiente e aumentano l’esposizione a nuovi allergeni. Il monitoraggio aerobiologico, essenziale per stimare l’esposizione della popolazione al polline, presenta attualmente diverse limitazioni. Le reti di monitoraggio del polline sono poco diffuse a causa degli alti costi del conteggio manuale che può comportare un margine di errore del 20-30% a causa della variabilità nelle capacità di riconoscimento del polline. I bollettini pollinici vengono emessi settimanalmente, rendendo difficile fornire aggiornamenti più frequenti e impedendo una prevenzione efficace dell’esposizione. Recentemente, sono stati sviluppati dispositivi automatici più precisi, sebbene il loro utilizzo sia ancora limitato. Piattaforme e-Health e m-Health, come siti web e app per smartphone, stanno emergendo per fornire previsioni polliniche agli individui allergici, aiutandoli a evitare l’esposizione e a gestire le allergie al polline. Tuttavia, uno studio recente su nove app mobili ha evidenziato la necessità di migliorare la qualità delle previsioni.
Fonte: ENEA

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