Ipsos, per il 2025 cauta speranza


Il 2024 è stato un anno segnato da momenti di unità globale e crescenti tensioni, lasciando il mondo in uno stato di cauto ottimismo. Le Olimpiadi di Parigi hanno offerto un momento di celebrazione condivisa, ma i conflitti in corso, come l'escalation della guerra israelo-palestinese estesa al Libano e la persistente guerra in Ucraina, hanno creato un senso di disagio. I disordini politici hanno alimentato ulteriormente la incertezza, con un significativo 80% dei politici in carica nei Paesi democratici che hanno perso il proprio seggio nelle ultime elezioni. Questi cambiamenti politici, insieme alla fragilità economica causata dall'inflazione, hanno influenzato il sentiment pubblico. Nonostante queste sfide, l'economia globale ha mostrato i primi segni di stabilizzazione dopo tre anni con una crescita particolarmente robusta in Asia meridionale. Gli sviluppi tecnologici, come il primo quadro giuridico completo dell'UE per l'IA generativa e la prima passeggiata spaziale per turisti, hanno offerto spiragli di speranza. Allo stesso tempo, disastri naturali come il terremoto di Noto in Giappone, insieme a diffuse inondazioni e incendi boschivi, hanno ricordato la crisi climatica in corso. Ipsos Predictions Survey 2025, condotto in 33 Paesi, esplora come è stato vissuto il 2024 e quali sono le aspettative per il 2025 in merito a economia, ambiente, sicurezza, società e tecnologia. 

2024 in retrospettiva 

In questo panorama complesso, il sentiment pubblico riflette una cauta speranza per il futuro. Il 65% considera ancora il 2024 un anno negativo per il proprio Paese, ma questo dato è in calo di 5 punti percentuali rispetto al 2023, tornando ai livelli di ottimismo pre-pandemia. Il cambiamento è particolarmente evidente in Argentina (71%) e Polonia (53%), con miglioramenti rispettivamente di 17 e 16 punti percentuali. Al contrario, il sentiment negativo è aumentato in Paesi come l'India (+6pp), evidenziando una distribuzione disomogenea della ripresa globale. Le persone sono generalmente più ottimiste riguardo alla loro vita personale rispetto al contesto nazionale, con quasi la metà degli intervistati (49%) che segnala un buon anno per sé e la propria famiglia. I principali miglioramenti si osservano in Cina (16pp), Polonia (9pp) e Belgio (11pp). Tuttavia, il crescente sentiment negativo in Perù (6pp) sottolinea la complessa interazione tra circostanze globali e personali. In Italia, si registra un miglioramento rispetto allo scorso anno, con il 66% che considera il 2024 un anno negativo per il Paese, contro il 72% dello scorso anno. Al contrario, aumenta di 4 punti percentuali (49%) la quota di italiani che giudica il 2024 un anno negativo per sé e la propria famiglia (contro il 45% del 2023). Guardando verso il 2025 L'ottimismo globale per il 2025 mostra tendenze positive in diverse aree. La maggior parte delle persone intervistate (71%) ritiene che il 2025 sarà un anno migliore, percentuale in leggero aumento (1 punto percentuale) rispetto alle previsioni dell'anno precedente per il 2024, ma al di sotto dei dati di positività registrati prima della pandemia. In Italia, al contrario, si registra una percentuale più contenuta e in diminuzione di un punto rispetto al 2023, con il 58% che sostiene che il 2025 sarà un anno migliore. Il 75% delle persone pianifica importanti decisioni per il 2025 e una maggioranza si aspetta miglioramenti nella salute mentale (69%) e fisica (69%) durante il prossimo anno. Questa attenzione al miglioramento personale può essere una risposta alle sfide e alle incertezze degli ultimi anni, inclusa la pandemia e l'attuale instabilità globale. In Italia, il 78% degli intervistati prevede di compiere importanti decisioni personali per l'anno nuovo, mentre il 62% si aspetta miglioramenti nella propria salute mentale e il 59% in quella fisica. Considerando l'ottimismo a lungo termine, il 52% degli intervistati a livello globale ritiene che le persone nei rispettivi Paesi si sentiranno più ottimiste riguardo al futuro nel 2025. Indonesia (88%) e Cina (86%) sono in testa in questa categoria, mentre l’Italia si colloca tra le ultime posizioni con solo il 34% d’accordo. 

Economia stabile nel 2025

A livello globale, le prospettive economiche rimangono piuttosto stabili per il 2025 rispetto all'anno precedente. Le preoccupazioni persistono, con la maggioranza che prevede un aumento di prezzi, tasse e disoccupazione nei propri Paesi. In particolare, il 79% degli intervistati ritiene che i prezzi cresceranno più rapidamente dei redditi, un dato invariato dal 2022, e anche le aspettative per tasse più elevate restano alte, al 74%. Per quanto riguarda l'inflazione, il 70% degli intervistati a livello globale prevede che sarà più alta nel 2025 rispetto al 2024, mantenendo stabile la percezione rispetto all'anno passato. Tuttavia, esistono variazioni significative a livello nazionale: alcuni Paesi come l'Argentina e la Svezia hanno registrato un calo nel numero di persone che si aspettano un'inflazione più alta, mentre in Ungheria e Polonia le aspettative sono aumentate. In Italia, il 79% degli intervistati ritiene che i prezzi aumenteranno più rapidamente dei redditi e il 64% prevede un'inflazione più alta nel 2025. Un'eccezione a queste percezioni stabili riguarda i tassi di interesse. Il 61% delle persone a livello globale (-9 punti percentuali rispetto al 2023) e il 55% in Italia (-15 punti percentuali rispetto al 2023) prevedono un aumento dei tassi di interesse nel 2025, suggerendo che gli aumenti potrebbero aver raggiunto il loro picco. Globalmente, la paura delle perdite di posti di lavoro causate dall'intelligenza artificiale (65%, anche in Italia) continua a superare le aspettative di creazione di posti di lavoro grazie all'IA (43%, 30% in Italia). Questa tendenza riflette gli anni precedenti, ma il divario sembra leggermente ridursi. L'ottimismo risplende in Cina, dove il 77% prevede che l'intelligenza artificiale creerà posti di lavoro, mentre le preoccupazioni dominano in Giappone, con il 65% che prevede perdite di posti di lavoro. Il fascino percepito dei mondi virtuali è in crescita, con il 59% a livello globale (64% in ) che si aspetta un maggiore coinvolgimento con tali piattaforme, in aumento di 3 punti percentuali rispetto al 2022. Nei Paesi occidentali, come gli Stati Uniti e la Svezia, vi è una certa cautela mentre le economie emergenti come l'Indonesia e la Turchia sono più fiduciose. Interessante notare che l'intenzione di ridurre l'uso dei social media (37% a livello globale, 41% in Italia) è diminuita leggermente rispetto allo scorso anno. Nonostante ciò, c'è una crescente preoccupazione per la privacy, con il 57% a livello globale (53% in Italia) che prevede perdite di dati personali nel 2025. 

Fonte: Ipsos


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