Il progetto espositivo della mostra La Roma della Repubblica. Il racconto dell’archeologia, tenutasi ai Musei Capitolini dal 13 gennaio 2023 al 24 marzo 2024, ha superato la fase di preselezione per l’assegnazione del prestigioso premio Compasso d'Oro, il più antico e il più autorevole premio mondiale di design, promosso dall'ADI Associazione per il Disegno Industriale. L’esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, a cura di Isabella Damiani e Claudio Parisi Presicce, era costruita principalmente sulle collezioni conservate nei magazzini e nei musei di proprietà comunale. Il progetto di allestimento era curato da Roberta De Marco della Sovrintendenza Capitolina. La mostra, secondo capitolo (dopo la mostra La Roma dei Re 2018) del grande ciclo Il Racconto dell’Archeologia, illustra, attraverso una serie di temi e contesti archeologici, i caratteri e le trasformazioni della società romana nel corso di ben cinque secoli, dalla nascita della Repubblica alla creazione dell’Impero, esponendo una ricca selezione di circa 1.800 opere, tra cui manufatti in bronzo, pietra locale, in rari casi marmo, soprattutto terracotta e ceramica.
Lo allestimento
Il colore ha costituito un elemento di notevole impatto, restituito come proposta fondata sull’analisi delle terrecotte che un’attenta opera di ricomposizione consente di attribuire ad articolati moduli decorativi. La quasi totalità delle opere era esposta al pubblico per la prima volta, in molti casi si è trattato di oggetti finora conservati nelle casse dell’Antiquarium, per la prima volta restaurati ed esibiti, a cui si aggiunge una scelta, rilevante per qualità, di opere conservate alla Centrale Montemartini, tra le quali spiccano l’urna in marmo dall’Esquilino, la piccola scultura di capro in bronzo da via Magenta e i resti di affresco dalla cd. Tomba Arieti. Dal settore museale del Campidoglio proviene infine una selezione di ritratti di età tardo-repubblicana, in parte esposti nelle sale dei Musei Capitolini, in parte solitamente conservati nei magazzini.
Fonte: Musei Capitolini
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