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Witor's, praline e biscotti di Harry Potter

Erbe officinali in Sardegna, un settore in crescita

Il settore delle produzioni aromatiche e officinali in Sardegna rappresenta un microcosmo in termini di superfici coltivate e di imprenditori agricoli coinvolti. Negli ultimi decenni, questo ambito, relativamente nuovo nel contesto agricolo locale, ha attraversato periodi di alti e bassi, con un'attenzione fluttuante da parte delle istituzioni e tentativi di aggregazione tra gli imprenditori che sono falliti rapidamente. La limitata dimensione e la frammentazione non hanno favorito lo sviluppo di una filiera robusta, nonostante l'interesse crescente da parte dei consumatori sia locali che internazionali. La domanda di prodotti naturali come medicinali, cosmetici, tisane, marmellate, bevande e liquori sta alimentando il mercato e la ricerca, che talvolta si rivolge al passato per recuperare antiche ricette conservate nella memoria collettiva delle comunità mediterranee. Tuttavia, in Sardegna, i prodotti derivati dalle coltivazioni di queste varietà vegetali costituiscono ancora una frazione minima rispetto a quanto viene raccolto spontaneamente ogni anno, un'attività spesso affidata a piccole imprese che devono confrontarsi con l'alto costo della manodopera o, peggio ancora, con la sua scarsità.

Piante spontanee in Sardegna

La Sardegna vanta un'incredibile varietà di piante spontanee, e Confagricoltura ha recentemente avviato un tour tra i suoi associati, da sud a nord dell'isola, per raccogliere testimonianze, come ha spiegato il Presidente regionale Paolo Mele. Questa analisi del settore si concluderà nei prossimi mesi e servirà a delineare una base per nuovi progetti e proposte tra operatori e istituzioni. Parlando di piante officinali in Sardegna, e in particolare di elicriso, è indispensabile considerare l'esperienza di Patrizia Daniele, originaria della Lombardia e sarda d'adozione da quasi quarant'anni. Patrizia, rappresentante regionale della FIPPO, è un punto di riferimento nel settore per il suo ruolo nella promozione dell'elicriso sardo e dei suoi derivati, coltivati e raccolti in Gallura, con base a Luogosanto dal 1987, su un'area di quasi 20 ettari. Erborista e imprenditrice agricola, ha partecipato attivamente alle varie fasi di sviluppo del settore in Sardegna, interagendo con le istituzioni regionali e nazionali e contribuendo significativamente alla storica riforma del 2018, che ha aggiornato una normativa datata 1931, stabilendo il Testo Unico sulla coltivazione, raccolta e prima trasformazione delle piante officinali (DL 75 del 18 maggio 2018). Questa riforma rappresenta una svolta fondamentale, che ha ristrutturato la legislazione ponendo al centro il produttore primario, il quale può ora coltivare, raccogliere ed effettuare la prima trasformazione senza necessità di autorizzazioni specifiche.

Mirto, salvia, alloro e rosmarino

Circa la metà delle bacche di mirto lavorate in Sardegna proviene dalla raccolta spontanea. Le bacche dell'azienda Vacca sono raccolte e vendute per la produzione di liquore, mentre le foglie vengono essiccate e commercializzate per l'uso cosmetico, la creazione di tisane e oli essenziali. Le coltivazioni includono anche salvia, alloro, rosmarino e fico d'India, varietà autoctone dell'isola. "Essere un settore di piccole dimensioni", ha spiegato Vacca, "significa non poter generare grande interesse per il nostro ambito, dove la ricerca sull'innovazione tecnologica applicata all'agricoltura e alle nuove pratiche colturali è sempre meno presente. Essere in pochi riduce anche lo scambio di conoscenze e, paradossalmente, la capacità di unirsi per creare una massa critica nella vendita dei prodotti e nel dialogo con le istituzioni". Vacca ha inoltre sottolineato la mancanza di studi e dati aggiornati sul settore e ha esortato le Agenzie regionali a intervenire al più presto, poiché "senza un quadro realistico del settore, non è possibile pianificare efficacemente per il futuro".

Tea free di Antonio Fois

Antonio Fois, un agronomo di 39 anni, ha fondato la sua impresa agricola nel territorio di Serrenti nel 2017, dopo aver conseguito la laurea a Sassari e aver maturato esperienza nella ricerca accademica. Si è distinto creando un'attività indipendente dalle tradizionali coltivazioni cerealicole familiari. Gestisce circa sei ettari di terreno, di cui tre dedicati alle piante officinali. La sua azienda è pioniera in Italia nella coltivazione del Tea tree, una pianta australiana da cui si ricava un olio essenziale utilizzato per produrre cosmetici, creme, saponi, unguenti e profumi. L'azienda si caratterizza per una filiera completa che va dalla coltivazione alla vendita, riflettendo lo spirito olistico dell'impresa. Coltiva anche lavanda, rose, mirto, rosmarino, agrumi, alloro ed elicriso, sia in campo aperto che in serra. Antonio ha adottato un approccio innovativo e originale, che quest'anno ha portato all'apertura di un proprio vivaio di produzione e vendita, diventando un punto di riferimento per il benessere personale, frequentato da molti visitatori provenienti da varie parti della Sardegna e oltre.

Fonte: Confagricoltura

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