Nanoimprinting per rimuovere le particelle di argento dall'acqua

Foto di ENEA. - Immagini catturate al microscopio elettronico a scansione (FE_SEM), relative alla superficie di monoliti di silice contenenti nanoparticelle di argento da circa 100 nm di diametro, a sinistra; a destra la stessa superficie “nanoimprinted”, cioè dopo la rimozione delle nanoparticelle: si possono notare le cavità corrispondenti 

ENEA e Università di Pavia hanno collaborato alla creazione di un materiale che cattura le tracce di argento presenti nell'acqua. Le particelle hanno proprietà disinfettanti e sono usate nei dispositivi medico-sanitari, negli spazzolini e negli elettrodomestici. La silice, tratta con metodo nanoimprinting, per ottenere cavità delle stesse dimensioni del particolato, è sottoposta a esami chimici, termici e morfologici con microscopia elettronica a scansione e porosimetriche. Con le forze fisiche attrattive entrano nella sabbia e rimangono attaccate: un grammo di materiale rimuove fino a 4 milligrammi di metallo lucente.

Fonte: ENEA


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