Altare della patria: restaurato il fregio di Zanelli

Inaugurato il restauro del fregio dello Altare della Patria in occasione della mostra La Dea Roma e l’Altare della Patria. Angelo Zanelli e l’invenzione dei simboli dell’Italia unita aperta del 26 ottobre. La mostra e il restauro si inseriscono in un progetto di tutela e valorizzazione del monumento, ideato e realizzato da Edith Gabrielli, direttrice del VIVE - Vittoriano e Palazzo Venezia, con l’obiettivo di riscoprire la figura e le opere dello artista (San Felice di Scovolo, Brescia,1879 - Roma, 1942) e condividere con il pubblico, ricercatori, cittadini e turisti, un luogo simbolo dell’Italia, dove, forse più nitidamente che altrove, si può ascoltare il battito della Nazione. Gli interventi hanno garantito alla opera la conservazione materiale e al tempo stesso la piena leggibilità. Senza cancellare i segni del passaggio del tempo, l’azione ha consolidato la materia e restituito all’insieme il corretto equilibrio visivo. Oggi si può apprezzare fin nel dettaglio la qualità, compresa la scelta polimaterica per la Dea Roma: sono ben visibili infatti sia l’oro del mosaico di fondo della nicchia sia l’argento della statuetta della Vittoria alata e della lancia. Il lavoro ha interessato anche la Tomba del Milite Ignoto: la pulitura del marmo e il trattamento della corona bronzea e dei bracieri con la fiamma eterna le hanno conferito nuovamente piena dignità.

La esposizione

Il primo obiettivo della mostra è rivalutare la figura di Angelo Zanelli. L’artista conquistò fama a livello nazionale e anche internazionale grazie al fregio per l’Altare della Patria, come attestano le numerose commissioni per l’America Latina. Dopo la sua morte è tuttavia caduto nel dimenticatoio. L’esposizione racconta l’intera carriera dell’artista bresciano, dagli esordi all’ingresso nel Pensionato Artistico Nazionale dell’Accademia di San Luca nel 1903 fino alle prestigiose commissioni degli anni Venti e Trenta, mettendone in luce le mutazioni stilistiche, dal verismo alla scelta simbolista ispirata ai modelli secessionisti viennesi, fino al neomichelangiolismo dei primi anni Venti e al novecentismo dei pieni anni Trenta. Entro questa dimensione si colloca l’affondo specifico sull’Altare della Patria: il percorso consente di ripercorrerne per intero la vicenda, incrociando gli esiti delle ricerche documentarie con le novità emerse dal restauro. Il racconto comprende il concorso del 1908, il referendum popolare in occasione dell’inaugurazione del Vittoriano nel 1911 che portò alla definitiva vittoria di Zanelli, i vari stadi dell’esecuzione del fregio, l’inserimento della Tomba del Milite Ignoto nel 1921 e la collocazione della statua della Dea Roma nel 1925. Sono presentati 57 pezzi, compresi 44 elementi in gesso catalogati provenienti dalla Gipsoteca del Vittoriano che vantano un legame con l’Altare della Patria e il suo autore, restaurati anch’essi per l’occasione - un patrimonio fino a pochi mesi fa quasi sconosciuto. Importanti materiali giungono poi in prestito da istituzioni museali e collezionisti italiani. Nello spirito delle mostre focus del VIVE anche questa esposizione mira alla diffusione della storia dell’Altare della Patria e della figura di Zanelli presso il grande pubblico. Per questa ragione il percorso propone testi di accompagnamento precisi ma di facile lettura e al termine della visita in Sala Zanardelli è stata allestita una sala di realtà immersiva: grazie alla potenza del digitale il visitatore potrà vivere un’esperienza coinvolgente entrando sia nella cerimonia di inaugurazione del Vittoriano nel 1911, sia nello stesso fregio di Zanelli restaurato, grazie alle immagini della campagna fotografica di Mauro Magliani. Sarà visitabile fino al 25 febbraio 2024.
Fonte: MIC

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