Revine e Tarzo, un secolo di ricerche archeologiche

Immagine di Soprintendenza del Veneto    
I laghi di San Giorgio e Santa Maria tra Revine e Tarzo nelle Prealpi venete da cento anni restituiscono testimonianze di un villaggio palafitticolo e di un insediamento perilacustre databile al Neolitico e frequentato sporadicamente anche nell'Età del Bronzo. Regione ha inserito nel programma Grandi eventi anche le iniziative per celebrare lo anniversario dell'inizio degli scavi nella zona, avvenuto nel 1923 con i lavori per un canale artificiale in cui gli operai hanno rinvenuto una spada di tipo Sauerbrunn. Negli appuntamenti gli esperti presenteranno i reperti trovati nelle indagini recenti.

La quarta campagna di scavo

L'area delle indagini è ampliata di 50 m2 in cui gli archeologi hanno rinvenuto resti di strutture lignee di un abitato nei pressi del lago posto su un impalcato. Lo strato ha restituito 200 reperti tra materiali fittili, litici e faunistici, oltre a semi di vite selvatica. Sono emersi anche 4 denti umani che sono la prima attestazione della presenta di Homo Sapiens in Vallata. Una scheggia di quarzo ialino, frammento di spatola, punteruoli in osso e ornamenti erano nel sito.
Fonte: Soprintendenza Veneto

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