Resti di gatto dall'Egitto esaminati a TC
Immagine di Cnr |
La tomografia assiale per approfondire il culto degli animali in Egitto. CNR-Ifac e Fondazione Santa Maria Nuova Firenze hanno effettuato delle indagini su un gatto imbalsamato conservata al Museo etnologico missionario francescano di Fiesole. I ricercatori sono interessati a capire quali lesioni sono dovute al sacrificio e al processo di imbalsamazione. Quindi hanno scelto un metodo non invasivo che permette di realizzare immagini tridimensionali. Lo studio permette di conoscere la razza e il sesso dell'animale, la presenza di materiali di riempimento.
Il culto degli animali in Egitto
Nel regno dei Faraoni gli animali erano considerati un collegamento con la divinità e quindi curati e fatti crescere e onorati in morte. Infatti riservavano loro lo stesso trattamento dei proprietari, quindi mummificati. Altri erano imbalsamati e offerti in dono nelle festività religiose.
La provenienza del reperto
I resti del gatto sono a Fiesole dal 1923 e provenivano da Luxor. Erano materiali risalenti alla XVIII Dinastia (sec. XVI-XIII a.C.), molti dei quali provenienti dalla necropoli di Tebe e in particolare dal sito di Deir el Bahri. Ci sono anche donazioni dell'Egittologo torinese Ernesto Schiaparelli (1856-1928), frutto dei suoi scavi a Gebelein e Assuan.
Fonte: Cnr
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