A Natale in tavola anche dolci regionali
A Natale alcune famiglie (41%) scelgono di preparare i dolci a casa. Un modo per riscoprire ricette tradizionali, utilizzando prodotti a km zero e metodi tramandati di generazione in generazione. Tuttavia le golose specialità delle Feste non tolgono il primato a panettone, scelto dalla maggioranza dei consumatori, e pandoro che lo segue a ruota.
Le specialità regionali
In Valle d'Aosta si preparano i Flantze, pane lavorato con zucchero a cui si aggiungono uvetta, mandorle, noci e scorza d'arancia. Rotondo, talvolta è realizzato a forma di animale per i più piccoli. Il Piemonte propone invece il Crumbot che rappresenta Gesù Bambino. Un dolce in pastafrolla con canditi e gocce di cioccolato antropomorfo. Una leggenda racconta che la pasta madre lievitò nella fuga in Egitto per nascondere il Pargolo. La Pinza veneta è considerato una specialità antispreco: infatti si prepara con pane raffermo o polenta, uvetta, semi di finocchio e fichi secchi. Quindi in Lombardia a Natale le cuoche possono preparare la Miascia con pane secco ammollato nel latte e impasto di uova e frutta. Esistono delle varianti locali con aromi e liquori. Zelten è la ricetta del Trentino Alto Adige, un pane dolce con frutta secca e canditi. Gubana è la chiocciola di pasta lievitata con noci, uvetta, pinoli, zucchero, grappa, scorza grattugiata di limone. In Liguria invece le massaie optano per il Pandolce, impasto arricchito di pinoli, uvetta e frutta candita e in Emilia e Umbri sarà sfornato il Pampepato, uno zuccotto con mandorle o nocciole finissime, da gustosi canditi, è insaporito con spezie.
Altri dolci natalizi
La Toscana si prepara il Panforte, speziato, tondo e compatto e nelle Marche il Panettone delle visciole, cioè le ciliegie selvatiche, che richiede una lievitazione di 36 ore prima di essere messo in forno. Una ricetta dell'età imperiale di Roma fornisce lo spunto per il Pangiallo laziale. Il dolce era preparato per il solstizio d'inverno per favorire il ritorno del Sole. L'impasto era a base di frutta secca, miele e cedro candito a cui poi si aggiunge una pastella d'uovo. Gabriele D'Annunzio fu il primo a assaggiare il Parrozzo del pasticcere Luigi D'Amico. Era una pagnotta fatta con granoturco, uova e farina di mandorle. La copertura è al cioccolato. Roccocò e Susamielli sono preparati con mandorle farina, canditi e spezie e per tradizione sono collegati alle monache del Real Convento della Maddalena. Sono biscotti rotondi. In Basilicata le donne confezionano un dolce fritto con castagne e cioccolato, i Calzoncelli e in Puglia le cartellate al Vincotto, un impasto con olio, vino bianco e farina a forma di rosetta fritte. La consuetudine ricorda che rappresentano le lenzuola di Gesù Bambino. Cippillati di Trivento sono molisani, pasta frolla e marmellata di amarene dalla forma a mezzaluna come quello di Diana. Quindi in Calabria c'è la Pitta Mpigliata, una schiacciata di solito preparato per le cerimonie nuziali nata nel 1700. I Buccellati sono siciliani, pasta frolla ripieni di fichi secchi, decorati con zucchero a velo, glassa. Esistono varianti con ripieno di mandorle, marmellata e cioccolato. Infine in Sardegna sulle tavole natalizie si porteranno i Pabassinas, biscotti con uva passa, mandorle, noci, miele e limone.
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