I volumi miniati di Nestore Leoni al Museo della III Armata di Padova


Al Museo Storico della Terza Armata di Padova, a Palazzo Camerini, in via Altinate, 59, è conservata una straordinaria testimonianza celebrativa della memoria della Prima Guerra Mondiale, costituita da due volumi miniati in pergamena (1922 – 1932) che raccontano, con il linguaggio dell’arte, i momenti salienti del conflitto e il sacrificio di coloro che si sono distinti per valore sui campi di battaglia.

Autore di quest’opera monumentale è Nestore Leoni (L’Aquila 1862 – Roma 1947), artista forse ancora poco noto ai più, ma che, con la raffinatezza della sua cultura, una straordinaria abilità tecnica e un’indubbia capacità imprenditoriale, nel secolo XX seppe rivitalizzare l’arte della miniatura con opere di sommo impegno contenutistico e tecnico, per importanti committenze italiane ed internazionali.

Nel 2020 la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso, nell’ambito dei propri compiti di tutela del patrimonio del territorio e in virtù di una tradizione di studi pluridecennale relativa alle problematiche inerenti al rapporto tra la memoria della Prima Guerra Mondiale e le artiha promosso il restauro di questi beni, tornati al Museo dopo una lunga permanenza presso altri Istituti facenti capo all’Esercito Italiano, proprietario dei volumi.

L’operazione di restauro e di valorizzazione dei volumi miniati, finanziata interamente dal Ministero della Cultura tramite il Comitato Tecnico Scientifico Speciale per il patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale (Bando 2019), è riconducibile agli ambiti “Ricognizione e censimento del patrimonio storico della Prima Guerra Mondiale” e “Valorizzazione del patrimonio della Prima Guerra Mondiale”.
(art. 1 comma 2 della Legge 78/2001 e del decreto MiBAC 4 ottobre 2002).

Mercoledì 19 gennaio si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del progetto di restauro dei volumi presso la sala conferenze del Museo Storico Militare della III Armata, alla quale erano presenti:
– Fabrizio Magani, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso;
– Generale di Divisione Ugo Cillo, Vice Comandante per il Territorio delle Forze Operative Nord dell’Esercito;
– Ten. Col. Massimo Beccati, Direttore del Museo della III Armata di Padova

Il Soprintendente ha evidenziato come
Nestore Leoni incarni un momento culturale cruciale del nostro paese, un filone artistico del ‘900 che ha voluto tornare all’antico (le miniature del XIV e XV secolo) per esprimere il massimo della contemporaneità di quei tempi e che, accanto ad una valutazione artistica dei prestigiosi volumi, anche l’aspetto storico merita altrettanta attenzione, con la sua capacità di lettura degli eventi passati.

Riguardo Nestore Leoni – ha continuato il Soprintendente – va considerata per la sua esperienza artistica così speciale la sua laterale attività legata al restauro del libro miniato. Nestore Leoni era stato agganciato dalle due grandi personalità dell’allora Ministero della Cultura, Adolfo Venturi e Corrado Ricci, che, prima della nascita degli istituti centrali del restauro, lo chiamarono per restaurare libri antici e, in particolare, va ricordato il suo lavoro sul Codice purpureo (Codex Purpureus) di Rossano Calabro, due vangeli miniati in lingua greca risalenti al V – VI secolo.

Con il progetto di conservazione, restauro e catalogazione dei volumi miniati, la Soprintendenza ha attuato pienamente quella che è indicata come la missione ultima della tutela, ossia non solo proteggere e conservare il bene culturale ma anche assicurarne la massima fruizione da parte della collettività. Il tutto in un momento storico vessato dalla pandemia, durante il quale non abbiamo interrotto il nostro lavoro sul patrimonio culturale del territorio.

Il progetto di restauro dei volumi è uno dei vari progetti con i quali la Soprintendenza ha seguito e continuerà a seguire il Museo Storico della III Armata e, grazie a questa vicinanza e collaborazione, l’ufficio ha potuto cominciare a studiare e a portare avanti, nelle proprie attività di tutela, il tema della conservazione del patrimonio culturale della Grande Guerra. Con piacere abbiamo salvaguardato un bene di così grande pregio e bellezza, come sono i volumi miniati del Maestro Nestore Leoni, creando, oltre al restauro, con il lavoro di catalogazione e digitalizzazione, quelle condizioni di piena utilizzazione e quindi di valorizzazione dell’opera in tutte le forme possibili, grazie alle infinite potenzialità che il digitale permette”.

I volumi
I due volumi miniati e manoscritti da Nestore Leoni si configurano come opera di grande valore documentario e di eccezionale rilevanza storico-artistica; l’opera è così articolata:
Volume I – Commentari della Guerra e della Vittoria MCMIV – MCMXVIII: contiene la dichiarazione della neutralità e dell’entrata in guerra, gli eventi di quel periodo, incluse alcune delle più importanti battaglie, la guerra navale e aerea e, infine, il bollettino della vittoria.

Volume II – I fasti del valore e del sacrificio MCMIV – MCMXVIII: è dedicato alle onorificenze collettive e individuali.
Ogni tomo è di formato atlantico – ossia composto di fogli non piegati – e costituito da 110 fogli racchiusi entro una sontuosa legatura in cuoio marocchino con impressioni oro, placchetta in argento e smalto e borchie metalliche.
I fogli sono interamente vergati a inchiostri e miniati a tempera e oro. I testi sono redatti a pennino ed in caratteri gotici.
I volumi sono due straordinarie testimonianze d’arte grafica e pittorica dei primi decenni del XX secolo: sottendono un’interessante varietà di riferimenti culturali che rimandano, da una parte, alla miniatura antica, medievale e rinascimentale, dall’altra alla relazione sia con la contemporanea grande decorazione ad affresco, legata ai siti dedicati alle memorie della Grande Guerra (in particolare Cappelle commemorative ai Caduti e Sacrari), sia con la fotografia celebrativa d’epoca (cfr. Luca Majoli, Dall’Astico al Piave. Il racconto della guerra tra fotografia e cinema, in Monica Pregnolato (a cura di) Dalle rovine della grande guerra le nuove chiese sul lungo Piave. Fonti e spunti critici per la valorizzazione, Crocetta del Montello (TV), Antiga Edizioni, 2014).

Sono in corso studi sull’opera miniatoria di Nestore Leoni anche da parte dell’Università degli Studi di Padova, con cui la Soprintendenza porta avanti tradizionalmente una collaborazione in termini di studio e ricerca sui beni culturali del territorio e si riportano, per dare un inquadramento tecnico critico dei volumi, le parole della Prof.ssa Federica Toniolo, professore ordinario di Storia della Miniatura e di Storia dell’arte medievale del Dipartimento dei Beni Culturali dell’Ateneo patavino:

Nei due tomi del Codice della Guerra, opera di grande impegno, come in un’officina medievale, Leoni si fece aiutare da due collaboratori citati nel frontespizio: Enrico Brignoli e Renato Garrasi.
Il Maestro dimostra nella tecnica sapiente, dove sono utilizzati lamine d’oro e pigmenti raffinati, di sapersi destreggiare abilmente nella lunga tradizione del libro miniato. Tale è la sua fedeltà alla lunga storia dell’illustrazione libraria, che decise di lavorare su pergamena facendo altresì rivivere la prassi di tingere intere pagine in porpora e blu cobalto con scritture in inchiostri colorati e dorati. I suoi studi condotti su manoscritti antichi nelle biblioteche italiane, in particolare fiorentine, spiegano il recupero di decorazioni quali i ‘bianchi girari’, le lettere filigranate di pennello, le iniziali caleidoscopiche romaniche, a volte, ricomposte entro schemi che lasciano trasparire la familiarità dell’artista con l’Art Nouveau.
La leggerezza degli ornati contrasta con le aperture narrative poste nel margine superiore e inferiore, dove al lettore sono restituite precisissime immagini di armi, aerei e navi dell’esercito italiano dedotte da una seria documentazione fotografica che rende i volumi di preziosa descrizione storica. Ognuna delle pagine reca variopinte pitture che, coniugando modelli medievali e rinascimentali a macchinari bellici contemporanei, sublimano con la finezza dell’arte gli eventi tragici della prima guerra mondiale”.
(Cfr. Federica Toniolo, Scheda di Carattere storico-critico redatta per esposizione temporanea dei Volumi presso il Museo della III Armata in Padova).

Si veda anche il filmato dell’Archivio Storico Luce “Cinque minuti nello studio di Nestore Leoni, maestro di miniatura”

Il Museo Storico della III Armata è divenuto custode dei due volumi solo nel 2015, quando lo Stato Maggiore dell’Esercito – Ufficio Storico di Roma dispose il passaggio di carico amministrativo dalla Capitale a Padova. Con l’organizzazione della mostra “Guernica. Icona di Pace“ e dell’armistizio di Villa Giusti, nel 2018, i volumi sono stati per la prima volta esposti al pubblico e ne è seguito il progetto di restauro e catalogazione da parte della Soprintendenza.

Il progetto della Soprintendenza

  • – Restauro e conservazione: l’intervento di manutenzione/restauro, esteso alle legature in cuoio, seta ed elementi metallici; ai supporti pergamenacei; agli inchiostri; ai pigmenti e alle dorature, è stato realizzato dalla restauratrice d.ssa Antonietta Licori.
    Durante i lavori e al termine delle operazioni è’ stato previsto anche l’utilizzo di fogli in carta velina acid free che, interposti ai fogli miniati, impediscono lo sfregamento degli stessi ed evitano l’abrasione e l’eventuale perdita di superficie pittorica e doratura.
    Per la conservazione dei volumi, della misura di mm 500×385, sono stati realizzati due distinti contenitori in cartone acid free, ossia privo di acidità determinata dalla presenza di solventi o altre componenti chimiche che nel tempo possono danneggiare gli elementi costitutivi del bene. I contenitori sono stati dotati di idonea coibentazione interna in Ethafoam, un materiale sintetico espanso che è stato adattato alla forma e alle sporgenze delle legature, accogliendo borchie, bindelle e tenoni dei volumi.
    Tale coibentazione preserva il contenuto da eventuali urti, favorendone la permanenza in microambienti controllati anche dal punto di vista termoigrometrico.
    La chiusura a conchiglia delle scatole preserva le opere dalla polvere.
  • – Catalogazione: considerato il valore artistico dei manufatti e l’eccezionalità dei contenuti di carattere storico-documentario, è stata prevista:
    la stesura di altrettante schede di Catalogo OA (Opera d’Arte), redatte secondo gli standard catalografici ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del Ministero della Cultura), per l’inserimento delle stesse nel portale SIGECweb, – Sistema Informativo Generale del Catalogo – la trascrizione dei testi, densi di date e nomi (luoghi, settori dell’Esercito Italiano, militi), per poterne organizzare i dati ai fini di una fruizione interattiva di ricerca anche attraverso il portale, mediante il tracciamento dei dati e l’inserimento di parole chiave.
  • La digitalizzazione dei contenuti e la campagna fotografica post-restauro ad alta definizione realizzata dalla Soprintendenza hanno una diretta positiva ricaduta anche di carattere conservativo, in quanto, una volta restaurati e collocati in contenitori idonei alla loro conservazione, i volumi potranno essere preservati dalla manipolazione e movimentati esclusivamente per finalità di tutela, mentre studi e fruizione avranno luogo esclusivamente attraverso gli strumenti informatici.

L’occasione del restauro naturalmente ha portato ad un approfondimento conoscitivo dei beni, sia dal punto di vista storico-critico, che tecnico-materico, aspetti che auspicabilmente porteranno ad un ulteriore affinamento degli studi relativi all’opera di un artista di grande interesse, testimone colto e raffinato della cultura della prima metà del secolo scorso.

Fonte: Soprintendenza Veneto

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