Agricoltura e legalità, Lamorgese: necessarie azioni concrete e inclusive
Il ministro, al 19° Forum di Coldiretti, ha invitato a lavorare insieme perché il settore torni centrale per la crescita
Servono «concrete azioni di sviluppo inclusivo» per eliminare gli squilibri tra i territori innalzando al tempo stesso i livelli di sicurezza, così come «solo lavorando insieme potremo porre l'agricoltura di nuovo al centro delle politiche di crescita». Questa l'indicazione del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese intervenuta questa mattina in videocollegamento alla seconda giornata del Forum internazionale dell'agricoltura e dell'alimentazione organizzato a Roma, a Villa Miani, da Coldiretti.
Sullo sfondo della «spinta del Pnrr per un'Italia più verde ed equa», dove ambiente e risorse naturali siano tutelate e valorizzate, «non si può non tener conto di sfide globali affrontate di recente anche nell'ultimo G20 e alla COP26 di Glasgow» come le diseguaglianze globali e il «drammatico fenomeno delle migrazioni ambientali», sulle quali è necessario avviare una «riflessione profonda» per indirizzare gli obiettivi futuri.
In concreto, «investire solamente sulle aree metropolitane, indirizzando verso i grandi agglomerati urbani l’offerta dei servizi alle persone e alle imprese, rischia di penalizzare l’esigenza di prossimità territoriale, e di causare una costante migrazione verso le città di giovani e persone in età lavorativa» ha proseguito il ministro Lamorgese citando i temi del dissesto idrogeologico e della rigenerazione urbana, «due degli ambiti di intervento affidati dal Pnrr al Ministero dell’Interno», che impattano sulla vita e sullo sviluppo delle città.
In quest'ottica «è indispensabile lavorare a una nuova prospettiva che coniughi crescita dei centri urbani e valorizzazione dell'entroterra».
L'impegno del ministero dell'Interno, proiettato sui diversi fronti nei quali si declina l'affermazione della legalità, si esprime sia come difesa del comparto agricolo dalle aggressioni mafiose che nel contrasto al «fenomeno odioso" del caporalato .
«Dobbiamo combattere le mafie e chi lucra sottraendo miliardi» a un settore che ne vale più di 500 dell'intero Pil nazionale, contrastare «contraffazione agroalimentare e il business dei marchi» e «spezzare una volta per tutte le catene dello sfruttamento del lavoro irregolare», ha detto la titolare del Viminale, parlando di «azione a carattere plurioffensivo» contro fenomeni che danneggiano non solo gli operatori agricoli e l'intero comparto, ma tutta l'economia nazionale, in particolare in territori più esposti «per il deterioramento delle condizioni di sicurezza» e «la più ampia concentrazione di tale sfruttamento».
Due le principali azioni messe in campo dal ministero dell'Interno, a livello nazionale e internazionale.
Sotto il primo aspetto, il ministro ha ricordato la stipula di protocolli con le regioni, come da ultimo con la Puglia, per assicurare alloggio e condizioni di vita dignitose ai lavoratori impiegati nelle raccolte, e il protocollo sottoscritto il 14 luglio scorso insieme con i ministri dell'Agricoltura e del Lavoro, Patuanelli e Orlando, e con l'Associazione nazionale comuni italiani (Anci) per una più efficace azione, anche attraverso la rete delle prefetture, di contrasto al caporalato. Tra i punti nevralgici dell'accordo c'è la Consulta per l'attuazione, organismo di governance già attivo che può contare sul «prezioso contributo» della Fondazione Osservatorio Agromafie «costituita per volontà di Coldiretti», ha sottolineato il ministro, ricordando che l'adesione al protocollo è tutt'ora aperta a tutti i soggetti interessati.
Sul fronte internazionale, il ministero dell'Interno è al lavoro con la Tunisia per individuare un percorso che consenta ingressi regolari temporanei ai migranti che, terminata la raccolta, potrebbero tornare nel loro Paese, un'iniziativa «che cercheremo di portare avanti perché incide sulla legalità dando più sicurezza ai territori».
La pluralità di ambiti e attori coinvolti, ha concluso il ministro Lamorgese, rende «necessario un maggior coordinamento» per la tutela e la crescita di un settore rilevante per la «nostra prosperità contemporanea», che «è anche figlia dei sacrifici di migliaia di lavoratori della terra, che, in 160 anni di storia nazionale, non hanno mai perso la speranza e la fiducia in un futuro migliore».
Fonte: Ministero Interno
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