Strada Iulia Augusta, rinvenuto un tratto antico ad Aquileia

In rosa la via Iulia Augusta. Immagine di EH101, Wikipedia
Un nuovo tratto della Iulia Augusta, la viabilità principale di epoca romana, è stato messo in luce ad Aquileia in via Giulia Augusta, all’estremità settentrionale della città, durante l’ordinaria sorveglianza archeologica svolta in occasione dei lavori di allacciamento di un cliente effettuati da E-Distribuzione. I tecnici appena individuati i resti archeologici durante gli scavi, hanno interrotto ogni attività informando le Autorità locali competenti. L’archeologa Chiara Magrini e la direzione scientifica del funzionario archeologo Paola Ventura per la Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia sono intervenuti sul luogo per constatare il ritrovamento. I primi elementi tornati alla luce sono dei basoli della strada romana che da Aquileia conduceva al Norico (attuale Austria), i responsabili hanno deciso di condurre un ampliamento e approfondimento, cogliendo l’occasione per rilevare e posizionare nella topografia della città di Aquileia, con maggiore certezza rispetto al passato, il margine orientale della strada che fungeva da cardine massimo della colonia. Finora infatti il tracciato stradale era stato intercettato in più punti, ma senza mai poterne definire almeno uno dei limiti e quindi l’effettiva larghezza, considerato anche che il margine occidentale corre al di sotto dell’attuale S.r. 52. Tale ritrovamento riveste quindi particolare importanza nella ricostruzione della viabilità generale di Aquileia. Le indagini hanno riguardato una fascia immediatamente a est dello scavo, dove le strutture antiche di canalizzazione, forse interpretabili come tratti di fognatura o acquedotto, risultano compromesse da una antica fossa di spoliazione, scavata per ricavare materiale edilizio da riutilizzare. Il consistente strato di terreno di riporto che è stato qui messo in luce è riconducibile a una massiccia opera di bonifica finalizzata all’urbanizzazione del settore settentrionale di Aquileia, già individuata in occasione di precedenti indagini e datata ad una fase piuttosto precoce della colonia (inizi del I secolo a.C.): lo dimostrano i materiali ceramici, simili ad altri rinvenuti nei livelli più antichi del macellum a nord del Foro, fra cui spiccano due bolli di anfore adriatiche che riportano i nomi “Alex” e “Philip”. In un tratto di trincea ancora più ad oriente sono invece emersi i resti di alcuni spazi abitativi o botteghe, riferibili ad epoca tardo-imperiale. Interessante è la presenza di un piano di malta, interpretabile come preparazione del pavimento vero e proprio. Anche in questo caso le strutture risultano compromesse da una manomissione avvenuta ancora in età tardoantica/altomedievale, come denunciato dall’abbondante materiale ceramico presente nel riempimento della fossa.
Il sindaco Emanuele Zorino commenta così il ritrovamento: «Aquileia non finisce mai di stupire ed è un’emozione vedere come l’archeologia sia parte intrinseca del nostro territorio; ogni scavo, in questo caso e come in moltissimi casi per motivazioni di carattere civile, ci ricorda l’immenso patrimonio che la città di Aquileia materialmente detiene. Un singolare rapporto fra città viva e città dell’eredità culturale che da sempre caratterizza l’unicum che Aquileia rappresenta. Quell’unicità su cui la nostra amministrazione punta tanto e che può diventare volano per economia e turismo. Ancor di più in questo caso dove l’esplorazione ha portato in luce parte del cardine massimo, simbolo della rete viaria romana di cui Aquileia è stata crocevia».
Fonte: Soprintendenza Friuli 

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