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Immagine tratta dal sito di Enea |
Il centro ricerche Enea di Brindisi lavora alla creazione delle plastiche verdi biodegradabili e intelligenti. Questi materiali ottenuti dalla trasformazione dell'amido di mais e barbabietole o da fibre degli scarti della filiera agroalimentare possono diventare confezioni per alimenti o essere usate nell'arredamento e nei rivestimenti interni dei mezzi di trasporto. I ricercatori stanno lavorando a biopellicole che cambiano colore se il cibo si deteriora o che mantengono i prodotti freschi a lungo. “Siamo impegnati da anni nella sfida per la sostenibilità, in linea con i principi della valorizzazione delle risorse locali e dell’economia circolare - spiega Claudia Massaro del Centro Enea di Brindisi -. Ci siamo dedicati in particolare allo sviluppo di soluzioni per ridurre l’impatto ambientale dei contenitori a fine vita, in linea con gli obiettivi della direttiva europea Single use plastics. Tra gli elementi che compongono le plastiche verdi c'è anche l'olio di cardanolo e la porfirina che conferiscono alle pellicole proprietà antifungine, mentre l'ossido di zinco e l'alluminio le rendono antimicrobiche. Le bioplastiche sono resistenti al calore e una volta gettate diventano fertilizzante.
Fonte: Enea
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