Evoluzione del popolo sardo, le analisi genetiche
Lo studio del Dna ha permesso di ricostruire la storia evolutiva della popolazione sarda. L'Università di Sassari e il Cnr hanno realizzato uno studio sui resti ossei degli isolani dal Neolitico medio al Medioevo. Le parti rimanenti degli scheletri provengono da settanta individui provenienti da venti siti archeologici della Sardegna. Fino al II millennio a.C. la popolazione sarda ha mantenuto pressoché intatto il patrimonio genetico, conservando le caratteristiche di altri popoli del Mediterraneo occidentale. Confrontando il Dna di fenici e genti del Mediterraneo orientale e settentrionale con quello degli isolani contemporanei si è riscontrato che i cambiamenti hanno cominciato a rendersi evidenti nel I millennio a.C. per l'intesificarsi dei contatti. La maggiore continuità genetica dell'attuale sardo si rileva coi resti neolitici e pre-neolitici dell'Europa continentale.
"I sardi contemporanei rappresentano una riserva di antiche varianti della sequenza del Dna risalenti a linee di ascendenza proto-europea, rare nell'Europa continentale".
La ricerca si è basata sul raffronto tra Dna antico e degradato con quello contemporaneo, reso possibile dai miglioramenti delle tecniche di indagine della genetica.
Fonte: Cnr
"I sardi contemporanei rappresentano una riserva di antiche varianti della sequenza del Dna risalenti a linee di ascendenza proto-europea, rare nell'Europa continentale".
La ricerca si è basata sul raffronto tra Dna antico e degradato con quello contemporaneo, reso possibile dai miglioramenti delle tecniche di indagine della genetica.
Fonte: Cnr
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