Salario minimo, paga oraria non inferiore a 9 €
L'Italia valuta la proposta di introdurre il salario minimo per i lavoratori svantaggiati, provvedimento già adottato da alcuni paesi dell'Unione europea. L'XI Commissione "Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale" del Senato sta discutendo i Disegni di legge 310 e 658 che trattano quest'argomento. L'Istat ha presentato i dati statistici utili a fotografare la situazione attuale in Italia ed Europa.
Il provvedimento prevede che la retribuzione oraria minima non possa essere inferiore a 9 euro netti, somma che potrebbe aumentare in base alla variazione dell'indice dei prezzi. Nei paesi in cui è maggiormente sentito il problema, Romania, Lussemburgo, Spagna, Finlandia questa legge è stata introdotta già nel 2015. In Bulgaria l'importo minimo della busta paga nel 2019 è 286 euro, in Lussemburgo poco più di 2mila.
In Europa un occupato su dieci è a rischio povertà, soprattutto se fa lavori temporanei, (dati 2017).
Istat ha realizzato un'analisi degli effetti dell'introduzione del salario minimo in Italia: quasi 3 milioni di lavoratori incrementerebbero lo stipendio mensile con un retribuzione oraria a 9 euro con aumenti significativi per attività di servizi (+8,8%), giovani under 30 (+3,2%) e apprendisti (+10%).
Fonte: Istat, testo integrale
Il provvedimento prevede che la retribuzione oraria minima non possa essere inferiore a 9 euro netti, somma che potrebbe aumentare in base alla variazione dell'indice dei prezzi. Nei paesi in cui è maggiormente sentito il problema, Romania, Lussemburgo, Spagna, Finlandia questa legge è stata introdotta già nel 2015. In Bulgaria l'importo minimo della busta paga nel 2019 è 286 euro, in Lussemburgo poco più di 2mila.
In Europa un occupato su dieci è a rischio povertà, soprattutto se fa lavori temporanei, (dati 2017).
Istat ha realizzato un'analisi degli effetti dell'introduzione del salario minimo in Italia: quasi 3 milioni di lavoratori incrementerebbero lo stipendio mensile con un retribuzione oraria a 9 euro con aumenti significativi per attività di servizi (+8,8%), giovani under 30 (+3,2%) e apprendisti (+10%).
Fonte: Istat, testo integrale
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