Isole minori, il rapporto di Legambiente



Foto di Pavla Mačoková, Wikipedia. Ustica
Le isole laboratorio per migliorare la gestione di energia, acqua e rifiuti. Capraia, Capri, Levanzo, Favignana, Marettimo, l’Isola del Giglio, le Tremiti, Lampedusa, Linosa, Pantelleria, Salina, Lipari, Stromboli, Panarea, Vulcano, Alicudi, Filicudi, Ponza, Ventotene e Ustica sono le località in cui secondo Legambiente è possibile costruire un modello di economia circolare che può essere esportato nel resto del paese. Le isole hanno un vasto patrimonio ambientale e in estate arrivano a triplicare gli abitanti grazie all'afflusso turistico.
Legambiente nel rapporto sulleisole minori ha raccolto le informazioni che riguardano l'uso di fonti rinnovabili, ciclo dei materiali e gestione delle risorse idriche per fermare i cambiamenti climatici. Nelle località analizzate le fonti rinnovabili coprono meno dell'1% del fabbisogno di energia e nonostante ci siano le potenzialità solamente a Pantelleria viene sfruttato l'eolico. La raccolta differenziata è ancora poco diffusa con un 29% di media; solo a Pantelleria, Ventotene e Capri nel 2016 si è superata la media nazionale del 52,5%.
Sprechi e perdite d'acqua sono in media del 40% nelle isole minori italiane. Dodici di queste località su venti (60%) usano le navi cisterna per il rifornimento di acqua potabile e non con costi molto alti per le Regioni. Esistono sistemi di dissalazioni per esempio in Sicilia, ma devono essere trasformati con impianti di alimentazione con fonti rinnovabili per abbattere i costi.
Nel rapporto di Legambiente sono stati inseriti i progetti realizzati in altre isole del mondo in cui si sono raggiunti gli obiettivi di sostenibilità ambientale e di sviluppo del territorio, iniziative che possono essere prese ad esempio per migliorare la situazione delle località di mare italiane.

Commenti